Hai partita IVA? La legge obbliga oggi tutte le aziende, siano esse piccole o grandi, ad una corretta gestione dei rifiuti speciali, tra cui i toner usati e esausti, in quanto considerati rifiuti pericolosi. Conoscere la normativa è importante, se non si vogliono rischiare sanzioni, anche pesanti.

Smaltimento toner esausti: il procedimento corretto

Come specificato sopra, quindi, le aziende con partita iva hanno l’obbligo per legge di smaltire correttamente Toner e cartucce esausti. Questi, infatti, devono essere conservati in appositi contenitori, destinati a contenere esclusivamente questo tipo di rifiuto. Ciascuna azienda deve avere i propri contenitori, che dovranno essere svuotati periodicamente tramite una ditta specializzata nello smaltimento e/o il recupero di questi materiali o un’azienda che si appoggia a consorzi autorizzati

Non solo. La procedura di smaltimento, oltre agli appositi contenitori e al ritiro a norma di legge, chiede all’azienda di essere in possesso del FIR (Formulario di identificazione del rifiuto), che ne attesta l’avvenuto smaltimento a norma di legge di toner e cartucce esausti.

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A chi spetta però lo smaltimento dei rifiuti?

Responsabile della gestione del rifiuto è colui che lo produce, ovvero “chi lo genera con la sua attività produttiva“, sia esso una piccola o grande azienda. La responsabilità sussiste anche nel caso il rifiuto sia stato prodotto da apparecchiature a noleggio. Lo smaltimento dei toner esausti può essere tuttavia affidato a ditte autorizzate, iscritte all’albo e provviste di regolare autorizzazione regionale.

Le sanzioni previste dalla legge

In caso di trasgressione è prevista una sanzione amministrativa di carattere pecuniario (da € 2.600 a € 15.500 per rifiuti non pericolosi e da € 15500 a € 93000 per i rifiuti pericolosi) o una sanzione amministrativa accessoria della sospensione da un mese ad un anno dalla carica rivestita dal soggetto responsabile dell’infrazione e dalla carica di amministratore. Le multe, in caso di reato, possono trasformarsi in sanzioni penali a carico del titolare o amministratore dell’impresa e/o del responsabile tecnico.

Il toner esausto, proprio per via della polvere di toner contenuta, viene classificato come rifiuto speciale non pericoloso.

Ma scopriamo se questa burocrazia si può evitare.

Al fine di liberarsi da tali oneri, e dai relativi rischi, è possibile aderire ad un servizio di smaltimento, stipulando un contratto di manutenzione. Si tratta di società che in molti casi riescono a riciclare al 100% i materiali esausti di cui è composto il toner.

Ma entriamo più nello specifico:

1) I toner esausti possono essere portati alla discarica comunale?

NO. Le partite IVA sono obbligate per legge a occuparsi dello smaltimento di toner e cartucce esauste in modo corretto. Essi, infatti, non sono assimilabili ai rifiuti urbani e quindi le amministrazioni comunali non possono occuparsi dello smaltimento.

2) In azienda abbiamo solo stampanti a noleggio, siamo ugualmente responsabili dello smaltimento dei toner?

SI. La legge individua chi è responsabile della gestione del rifiuto: “chi lo genera con la sua attività produttiva“. Quindi, il responsabile non è il noleggiatore, ma l’azienda che utilizza le stampanti e consuma i toner.

3) Ho affidato i toner esausti a un’azienda autorizzata allo smaltimento a norma di legge. La mia responsabilità termina qui? 

NO. La responsabilità rimane in capo all’azienda produttrice del rifiuto fino a che non si riceve la copia del formulario (FIR) firmata dall’impianto di smaltimento.

4) Ho una piccola azienda e consumo solo 2/3 toner all’anno.. ho comunque l’obbligo di smaltimento corretto?

SI. Indipendentemente dalle dimensioni aziendali e dal numero di toner consumati, le partite IVA sono obbligate a rispettare la normativa.

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